MILAZZO E BARCELLONA P.G.AL VOTO: NELLA CITTA’ DEL CAPO 19 LISTE E 7 CANDIDATI A SINDACO, NEL VICINO COMUNE, CHE HA PIU’ ELETTORI E ABITANTI, SOLO TRE SI SONO CANDIDATI PER CONQUISTARE LA PIU’ ALTA CARICA DEL COMUNE E 15 LE LISTE


— UNA CURIOSITA’: A MILAZZO IL CANDIDATO A SINDACO UTANO (LISTA CIVICA) CORRE CON L’APPOGGIO DELLA LISTA CINQUE STELLE  CHE NON SI E ACCOPPIATA COL PD.

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 – ANALISI E RIFLESSIONI POLITICHE SUI DUE COMUNI PIU’ GRANDI DELLA PROVINCIA DI MESSINA CHE ANDRANNO AL VOTO IL 4 E 5 OTTOBRE 2020 PROSSIMI.

 

Che gran confusione! Soprattutto a Milazzo le liste per il Consiglio sono ben 19, civiche (tanto per dire, gli orientamenti però sono diversificati), e con accorpamenti di partiti vari a carattere nazionale. Occultamenti per ingannare l’elettore, che però nelle competizioni comunali generalmente vota per la persona: e non potrebbe essere diversamente dal momento che in ogni famiglia c’è per lo meno un candidato o…due. La stessa cosa vale per coloro che si sono candidati a gestire la città come Sindaco: stavolta Milazzo però l’ha fatta grossa perchè ne ha indicati ben 7, contro i 3 di Barcellona P.G., città più grande, che conta invece 15 liste, 4 in meno.

Una cosa questa che ha suscitato e suscita perplessità varie tra la gente (parliamo in particolare di Milazzo, che è caso a sè). A tal proposito non possiamo che fare alcune osservazioni che saltano all’occhio: il Sindaco uscente Giovanni Formica non si è voluto candidare (una cosa desueta perchè generalmente tutti aspirano a correre per il secondo mandato tranne che per ragioni di forza maggiore: salute e altro). Ma ciò che lascia perplessi è che il Pd candida al posto di Formica Giocchino Abbriano con la sua sola lista e il simbolo nazionale. Scollegata ovviamente dall’avvocato Roselli (espressione della sinistra radicale) e da quella del dott. Giovanni Utano, che corre con l’M5S. Insomma, una sinistra, quella milazzese, fratturata, col Pd ovviamente in rotta coi 5 Stelle (che bisticciano sempre e volentieri) che non si capisce mai da che parte vogliano andare, sia a livello nazionale, come si sta vedendo da tempo, che nelle competizioni locali e regionali. Titubanze che si manifestano spesso e pericolosamente a livello politico-economico di governo nazionale del Paese dovute non solo ad inesperienza acclarata ma anche a capacità nei vari settori che non si vedono in nessun rappresentante o quasi di quel movimento sin dal suo esordio.

Passiamo alle liste (ben 9) del candidato a Sindaco Giuseppe Midili, che molti considerano di centro-destra per chissà quale macchinosa concertazione fatta a tavolino: tanti dei candidati al Consiglio e di esponenti delle diverse liste qualche mese fa (poi come sappiamo le elezioni vennero rinviate per il Covid 19 al prossimo 4-5 ottobre) dissero che a conti fatti la loro coalizione avrebbe certamente vinto, anzi stravinto, a primo acchitto perchè contavano di racimolare circa 10-12 mila voti anche per il cosiddetto effetto trascinamento; ma, a distanza di tempo, le cose pare si siano alquanto ridimensionate, questo perchè da quella coalizione è stata esclusa la Lega di Salvini e la lista di Damiano Maisano, ora candidato a Sindaco, ambedue notoriamente e dichiaratamente di centro-destra (anche qui dunque ci sono state divisioni come per la sinistra). Un discorso a parte merita Lorenzo Italiano, anche lui affezionato sostenitore da sempre di Forza Italia, che con tre sole liste proprie corre per la poltrona di Sindaco, ruolo già ricoperto anni fa per un’intera legislatura (esperienza che certamente non guasta).

Dei candidati a Sindaco sappiamo tutto, ma di fatto non sappiamo nulla, così come degli aspiranti consiglieri; la campagna elettorale è stata purtroppo caratterizzata dalla maledizione del coronavirus, dall’apertura delle scuole dopo circa 6 mesi di chiusura coatta, dalle preoccupazioni delle famiglie dei ragazzi per i rischi di contagio che corrono insieme ai loro congiunti, di quella delle imprese e dei cittadini riguardo al lavoro che in molti settori è andato diminuendo e da tante vicende negative. Ieri sera, in anticipo di un giorno, si è chiusa la campagna elettorale col comizio di Salvini perchè stamani (giornata di lutto cittadino) alle 11 è stato celebrato il solenne funerale di Stato del vice-capo della Capitaneria di Porto di Milazzo, Visalli, morto in mare dopo avere tratto in salvo due ragazzini incoscienti che stavano affogando nei pressi della baia del Tono col mare in tempesta e con onde altissime; fatto che ha avuto, ed ha ancora, risonanza nazionale…La chiesa, il Duomo, era stracolma all’inverosimile e la commozione collettiva palpabile.

Tornando alle elezioni di Milazzo, i cittadini dovranno scegliere da chi farsi guidare per un lustro e dovranno farlo con molta oculatezza perchè spesso succede che in campagna elettorale si dicono alcune cose e poi si fa l’esatto contrario. Non vorremmo che poi in consiglio succedesse qualcosa di simile a quello che è accaduto a Giovanni Formica, che prima aveva la maggioranza e ha fatto approvare il default dal Consiglio e dopo poco tempo si è ritrovato con una sparuta minoranza e difficoltà varie di gestione. 

Per la cronaca, al comizio di Salvini c’era una moltitudine di gente, anche proveniente dai paesini limitrofi, da Messina ed oltre. Un pubblico stimato in oltre 2 mila persone attratta dal capo della Lega che tra le altre cose si è detto oltremodo meravigliato della candidatura di ben 7 sindaci in una cittadina che conta circa 32 mila abitanti.

Ma perchè tutte queste candidature? L’analisi spazia tra la creazione dei presupposti per la dispersione del voto al candidato a sindaco Midili e per indebilirlo, anche col ricorso al voto disgiunto, e far  emergere alla fine la vera anima del centro-destra che così come stanno le cose non appare compatto. Di contro, la verifica del voto, scheda per scheda, ci dirà alla fine come andranno realmente le cose perchè, e finiamo come abbiamo iniziato, si è creata sin dall’inizio una terribile confusione che persiste (soprattutto tra gli elettori e i comuni cittadini). Tra l’altro, quest’anno si dovrà tenere conto della riduzione dei consiglieri comunali da 30 a 24.

Giuseppe Stella

Emilio Oliverio Scali

 
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